Giovedì 25 Aprile 2024

"Giustizia per i cani di Green Hill" chiedono le famiglie degli scampati

Brescia. Seconda udienza del processo con striscione esterno e tanta solidarietà da parte dei passanti. Tutti i dati sui quattrozampe sequestrati forniti dalla Lav in un dettagliato elenco

Cane beagle in una foto Olycom

Cane beagle in una foto Olycom

Brescia, 12 novembre 2014  - C'erano anche alcuni dei cagnolini scampati a Green Hill fuori del Tribunale a Brescia per la seconda udienza del processo. I beagle sono arrivati con le loro famiglie adottive per protesta contro le illazioni della difesa degli accusati. Si erano avanzati dubbi sullo stato dei cagnolini e di qui la protesta organizzata dal Comitato nato per la liberazione dei cani. Green Hill era l'allevamento di cani beagle chiuso a Montichiari nel bresciano nel 2012. Al processo sono quattro gli imputati: Bernard Gotti e Ghislane Rondot, co-gestori di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell'allevamento. Oggi in aula i testi del pubblico ministero Ambrogio Cassiani.

Fuori dal tribunale si sono ritrovate alcune famiglie che hanno adottato i beagle dopo la chiusura di Green Hill. È stato esposto uno striscione «Giustizia per i cani di Green Hill» e molti passanti, nonostante le condizioni meteo non proprio ottimali, si sono fermati a dare solidarietà ai manifestanti.

Nel corso della nuova udienza il giudice ha accolto gli elenchi dei beagles sequestrati, affidati, morti, senza alcun commento da parte della difesa di Green Hill. “Premiato il lavoro dei custodi giudiziari dei beagles e delle famiglie affidatarie”: afferma Gianluca Felicetti, presidente della LAV presente all’udienza. 

Con la liberazione dei cani dalle gabbie di Green Hill e il sequestro dei circa 3000 beagles avvenuto nel 2012, tutti affidati a LAV e Legambiente, la mortalità di questi animali è stata praticamente “abbattuta”. Lo afferma la LAV, fornendo in sede di processo una dettagliata analisi dei dati raccolti:  “98 decessi, inclusi i cani nati morti, in 2 anni e mezzo, su poco più di 3000 cani sequestrati e affidati, contro le molte migliaia di morti avvenute dentro Green Hill prima del sequestro: la liberazione da parte nostra ha drasticamente ridotto la mortalità di questi animali - precisa la LAV – Per ogni cane deceduto all’anno durante l’affido, sarebbero morti tra i 19 e 87 beagles, se gli stessi fossero rimasti all’interno Green Hill. Questa analisi dei decessi è stata effettuata sulla base dei documenti provenienti dall’azienda e sequestrati nel luglio 2012”.  

Con queste parole la LAV risponde, dati dettagliati alla mano, alla provocazione dell’avvocato della difesa, Luigi Frattini, che nell’ultima udienza del 29 ottobre scorso aveva tracciato un quadro a dir poco apocalittico delle condizioni dei cani salvati in rapporto a quelle nell’allevamento. Oggi in Tribunale è la giornata dell’ascolto dei 16 testi richiesti dal Pubblico Ministero Ambrogio Cassiani per sostenere le imputazioni di maltrattamenti e uccisioni di animali. Fra questi, veterinari, agenti del Corpo Forestale dello Stato, il direttore sanitario dell’Asl di Brescia Francesco Vassallo, consulenti informatici e dipendenti della stessa Green Hill. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]