Giovedì 25 Aprile 2024

Esperti al capezzale delle Alpi, il serbatoio d'acqua d'Europa

La sfida dei cambiamenti climatici, quella del progressivo spopolamento delle aree. A Torino la Conferenza con i ministri dell'Ambiente di 8 paesi

Ruscello alpino in una foto L:Gallitto

Ruscello alpino in una foto L:Gallitto

Roma, 23 novembre 2014  - Le Alpi e il cambiamento climatico. Una sfida particolarmente importante per un'area dove  l'aumento di temperatura accertato è di circa 1,5 centigradi, il doppio del riscaldamento medio globale. Il ritiro dei ghiacciai e la diminuzione delle nevicate a bassa quota modificano la geografia del turismo invernale, l'aumento delle inondazioni e delle frane pone un problema di sicurezza che si estende fino alle pianure, la modifica alle linea degli alberi e delle coperture nevose ha conseguenze drammatiche sulla flora e sulla fauna alpine.

Questi temi, uniti a quello della gestione delle risorse idriche poiché le Alpi sono il più importante serbatoio d'acqua d'Europa, sono stati al centro dei lavori della XIII Conferenza delle Alpi che ha riunito a Torino i ministri dell'Ambiente degli otto paesi europei dell'arco alpino. Sulle Alpi vivono solo 14 milioni di persone, ma 120 milioni vi si recano per turismo e 50 milioni ne dipendono per l'approvvigionamento idrico. Preservare queste montagne ed evitare che si spopolino creando gravi rischi per l'assetto idrogeologico del territorio, sostiene il segretario generale della Conferenza delle Alpi Markus Reiterer, devono essere obiettivi fondamentali per i governi di tutti i paesi alpini.

Nel biennio di presidenza italiana dell'organismo, che proprio a Torino si è chiuso con il passaggio del testimone alla Germania, sono state adottate le linee guida sui cambiamenti climatici in ambito alpino che la Conferenza delle Alpi presenterà alla Conferenza mondiale sul clima in programma a Lima in dicembre. L'idea, come hanno rimarcato tutti i capi delegazione sotto la guida del sottosegretario all'Ambiente italiano Barbara Degani, è puntare sullo sviluppo sostenibile del turismo, dei trasporti e sulla green economy in generale. Sul fronte del patrimonio naturale, si mira alla creazione di aree protette e corridoi ecologici che permettano a flora e fauna di adattarsi alle mutate condizioni del clima.

Si punta a preservare l'agricoltura montana, strettamente complementare al turismo, che rappresenta oggi per le Alpi una delle più importanti fonti di reddito. Le risorse idriche devono essere preservate e protette dall'inquinamento, ed è necessario imparare a gestire le conseguenze dei picchi di mancanza e di eccesso di acque che i cambiamenti climatici causano. Ma soprattutto sul fronte demografico, che per la prima volta da molto tempo ha fatto registrare uno stop nello spopolamento e addirittura una tendenza inversa in Baviera, Austria e Francia, è fondamentale mettere sempre più in campo politiche in grado di incentivare il ripopolamento. Ovvero investire nelle infrastrutture di trasporto e digitali che, come ha rimarcato ieri sera nel suo saluto il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, devono «rendere la vita nelle vallate alpine tanto attrattiva quanto quella cittadina e comoda a Torino».

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