Giovedì 18 Aprile 2024

Immobilizzate e con un tubo nello stomaco: ecco come si fa il foie gras

Un'indagine sotto copertura di attivisti di Essere Animali e di Promoviendo el Veganismo che si sono infiltrati, in Francia, in allevamenti specializzati. E quello che hanno visto è orripilante

Il tubo viene infilato nel collo fino allo stomaco

Il tubo viene infilato nel collo fino allo stomaco

Roma, 8 ottobre 2015 - Immobilizzati in piccole gabbie e alimentati forzatamente con un lungo tubo metallico inserito nello stomaco. Ecco che cosa accade alle anatre e alle oche allevate per il foie gras. Lo mostra un'indagine di “Essere Animali” realizzata in Francia, negli allevamenti da cui proviene oltre il 70% del ‘fegato grasso’ esportato poi in tutto il mondo, anche in Italia, dove la produzione è vietata, ma la vendita consentita. “Nel nostro paese catene di supermercati come Esselunga, Conad, Carrefour, Bennet, Auchan e Pam vendono questo prodotto. Anche Eataly, che professa il 'mangiare italiano, vivere italiano' lo distribuisce nei suoi punti vendita. Con una petizione rivolgiamo a queste società un appello: cessate le vendite di foie gras, le sofferenze inflitte a questi animali sono indescrivibili”, riferisce una nota di Essere Animali. 

Attivisti di Essere Animali e Promoviendo el Veganismo si sono infiltrati in alcuni allevamenti dei Pirenei francesi per documentare la produzione di foie gras, un cibo ottenuto dall'uccisione di anatre e oche sottoposte all'alimentazione forzata. Gli attivisti hanno anche realizzato un video nel paese transalpino leader mondiale di questo commercio. Il girato mostra le condizioni in cui versano 44 milioni di animali che ogni anno, solo in Francia, sono ingozzati con enormi razioni di cibo, inserite direttamente nello stomaco con un lungo tubo metallico. Scopo di questo processo, chiamato 'gavage', è provocare in pochi giorni, con un'alimentazione eccessiva e ricca di grassi, un'infiammazione del fegato e una conseguente lipidosi epatica. Un trattamento condannato dall'UE, ma consentito in alcune nazioni perché riconosciuto come 'pratica corrente'. Da qui il foie gras è esportato poi in tutto il mondo, anche dove l'alimentazione forzata è illegale, come in Italia, che nel 2014 ne ha importato circa 33 tonnellate.

“Nonostante sia vietato dalle direttive europee molti animali sono ancora allevati in gabbie individuali, rinchiusi in uno spazio grande come il loro corpo, dove non possono nemmeno aprire le ali. Ma anche quando la legge viene rispettata, il gavage causa problemi respiratori, vomito, diarrea, ferite alla gola e all'esofago. Al macello vi sono anatre che sembrano coscienti e ancora si muovono mentre muoiono dissanguate”, sostengono i responsabili di Essere Animali. 

Un business, quello del foie gras, che sembra poter scavalcare persino la minima legislazione corrente sulla protezione degli animali negli allevamenti. Anche un Rapporto del Comitato Scientifico Veterinario dell'UE giudica questa pratica 'nociva per il benessere degli animali'. Solo i pulcini maschi poi sono avviati all'ingrasso, le femmine vengono generalmente uccise appena nate perché il loro fegato è considerato di qualità inferiore. “Neanche la tradizione può giustificare simili crudeltà. Di fronte a queste immagini è importante lanciare un forte segnale, per questo abbiamo chiesto ai supermercati che in Italia ancora vendono foie gras di cessare le vendite. Ognuno di noi può contribuire a porre fine a questa violenze, visitando stopfoiegras.org e firmando la petizione. Anche una piccola azione può fare la differenza”, conclude l'associazione. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]