Ebola. Alla fine il cane dell'infermiera è stato ucciso

Excalibur, questo il suo nome, è stato addormentato per sempre. Ne hanno dato notizia ufficiale le autorità di Madrid. Inutili gli appelli e le mobilitazioni, raccolte migliaia di firme

Excalibur, il cane spagnolo condannato a morte (Olycom)

Excalibur, il cane spagnolo condannato a morte (Olycom)

 

Madrid, 8 ottobre 2014 - Alla fine è stato ucciso. La conferma ufficiale è arrivata dalle autorità spagnole. Excalibur, il cane dell'infermiera spagnola che ha contratto l'Ebola, è stato soppresso su decisione delle autorità. Lo ha annunciato la comunità di Madrid in un comunicato. La sua eutanasia ha provocato violente manifestazioni degli animalisti nella capitale spagnola. Una petizione firmata da 374mila persone chiedeva la sua messa in quarantena, per evitare che fosse ammazzato. Ma non c'è stato niente da fare. 

Il cane rappresentava un "rischio di trasmissione della malattia all'uomo", si è giustificata la comunità di Madrid, in una nota diffusa appena quaranta minuti dopo aver prelevato l'animale dalla casa della paziente. Il cane è stato addormentato per "evitargli sofferenze". I dati hanno mostrato che "i cani possono essere portatori di anticorpi positivi del virus Ebola", vale a dire che "possono essere portatori di virus senza sintomi", ha spiegato il Dipartimento della Sanità della Comunità di Madrid. Un'evidenza che non ha supporti scientifici se non un unico studio, ribattono gli animalisti che volevano una scelta meno traumatica come, ad esempio, l'isolamento. Perché il cane fosse salvato, dall'ospedale, avevano lanciato un appello anche la stessa infermiera ricoverata e il marito che è stato posto in isolamento. Nulla, però, ha fermato le autorità spagnole.

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