Venerdì 19 Aprile 2024

Cinghiali alla Maddalena: i metodi cruenti hanno fallito

Enpa attacca la politica dello sterminio e sottolinea come anche l'ente parco certifichi l'inefficacia di queste strategie

Cinghiali cuccioli in una foto Olycom

Cinghiali cuccioli in una foto Olycom

Roma, 2 ottobre 2014 – Nel Parco della Maddelena (Olbia-Tempio) ci sarebbe un problema legato ad un presunto sovrannumero di cinghiali, ma - come chiaramente ammesso dalle autorità – lo strumento finora utilizzato per porre rimedio a tale situazione, vale a dire l'abbattimento degli animali, ha dato risultati a dir poco fallimentari. «Questo accade perché il (presunto) problema relativo al sovrannumero delle specie selvatiche viene affrontato con metodi assolutamente inadatti; tra l'altro è da oltre vent'anni che si ricorre alla cattura ed allo sterminio dei selvatici senza ottenere alcun risultato – osserva l'Enpa -. Sarebbe opportuno ricorrere invece a i metodi ecologici e a mettere in pratica azioni preventive, come ad esempio il controllo e la vigilanza degli animali allevati, che spesso vagano senza alcun controllo nel territorio, fino all'eliminazione di qualsiasi fattore che possa favorire la riproduzione dei cinghiali.»

Nel caso della Maddalena è però certo che le istituzioni locali, le stesse che lamentano una "sovrappopolazione" dei cinghiali, hanno quantomeno una responsabilità non secondaria. Secondo l'ente parco, una delle cause del "sovrannumero" è proprio da ricercarsi nelle fonti alimentari a cui gli animali hanno facile accesso,come ad esempio i rifiuti e gli avanzi lasciati da chi si prende cura dei gatti residenti in zona. «E' semplicemente assurdo prendersela con i mici, semmai sono proprio le amministrazioni comunali che, in ottemperanza alla legge 281/91 sul randagismo, dovrebbero intervenire per la sterilizzazione degli esemplari, il censimento e la gestione di colonie feline, in cui vi sia un responsabile che possa alimentare i gatti e togliere ogni residuo di cibo. Infatti, stando alla nostra normativa, la gestione delle colonie feline compete ai sindaci, i quali rispondono in prima persona per eventuali criticità e problematiche connesse a tale gestione. Pertanto, quando il primo cittadino della Maddalena sostiene che le colonie feline sarebbero fuori controllo, implicitamente ammette il fallimento della propria amministrazione nell'attuare le misure previste dalla legge per la gestione del randagismo felino.» Per contatti con la nostra redazione: [email protected]