Riapre lo studio del killer di Cecil ma lui non si fa vedere

Palmer resta nascosto mentre una nota della struttura minaccia giornalisti e curiosi e intima loro di non avvicinarsi. Il dentista ha sul collo una richiesta di estradizione dello Zimbabwe. Brigitte Bardot chiede al segretario generale dell'Onu di intervenire contro i "trofei di caccia"

Palmer con un altro leone ucciso (Olycom)

Palmer con un altro leone ucciso (Olycom)

Minneapolis (Minnesota, Usa), 18 agosto 2015  - Lo studio dentistico di Walter Palmer, il turista americano che ha ucciso il leone Cecil, dalla criniera nera simbolo dello Zimbabwe, ha riaperto oggi, ma senza di lui. Lo ha reso noto lo studio medico in un comunicato. Il River Bluff Dental practice, sito in un sobborgo di Minneapolis, era chiuso dalla fine di luglio, ed era diventato il fulcro delle proteste degli animalisti contro Walter Palmer, 55 anni. "Siamo professionisti del settore impegnati a servire i nostri pazienti e clienti - dice la nota - il nostro ufficio è proprietà privata e chiediamo alla stampa di rimanere al di fuori della nostra proprietà e rispettare la tranquillità dei nostri pazienti e clienti".

Palmer ha ucciso Cecil ai primi di luglio, mentre era impegnato in una battuta di caccia in Zimbabwe. Ha rilasciato una dichiarazione in cui si diceva "profondamente rammaricato" di aver ucciso un leone "conosciuto e amato dalla gente del luogo" e che credeva che la caccia fosse legale. Lo Zimbabwe ha chiesto l'estradizione di Palmer come "bracconiere straniero". 

Intanto, sull'onda emozionale seguita alla morte di Cecil l'ex leggenda del cinema francese e convinta animalista Brigitte Bardot ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite di prendere urgentemente una posizione contro i "trofei di caccia". "E' con ripugnanza e con le lacrime agli occhi che ti chiedo di prendere una posizione forte, questo è urgente!", ha scritto Bardot al segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, secondo la lettera resa pubblica. Bardot, che gestisce una fondazione che porta il suo nome per la protezione degli animali, ha chiesto l'"abolizione" dello "scandaloso omicidio sportivo e ricreativo" degli animali. Per la ex diva, "l'impatto della caccia al trofeo che non risparmia nessuna specie per il piacere di cacciatori ricchi che uccidono per gioco e vanità non deve essere minimizzato", così come avviene per il bracconaggio. Nella sua lettera, Bardot afferma che "il potere del denaro permette si infrangere tutte le regole e consente anche la corruzione, approfittando della miseria della gente".  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]