Giovedì 18 Aprile 2024

Sequestrati allevamenti di bufale nella zona di Caserta

Maxi operazione di Carabinieri, Nas e Noe avviata nelle scorse settimane, grazie alle denunce di Paolo Bernini di 5 stelle e della Lega Nazionale Difesa del Cane

Bufali cuccioli di uno degli allevamenti ispezionati

Bufali cuccioli di uno degli allevamenti ispezionati

Roma, 19 ottobre 2016 - Una maxi operazione di controllo ad opera dei Carabinieri e dei Nas e Noe avviata nelle scorse settimane, grazie alle denunce del Portavoce Parlamentare del Movimento Cinque Stelle Paolo Bernini e alla Lega Nazionale Difesa del Cane, hanno portato ad una lunga serie di sequestri. 

Presso un noto allevamento bufalino sito a Castel Volturno (Ce) la locale stazione dei Carabinieri congiuntamente ai NAS hanno sequestrato l’intero allevamento. All’allevatore sono stati contestati i reati ai sensi dell’art 255 C. 1 DL n 152/2006 relativo al corretto smaltimento dei reflui, mentre i Nas hanno effettuato il sequestro sanitario dell’intero allevamento bufalino rilevando carenze igienico sanitarie in violazione al Regolamento CE 852/2004 sanzionato dall’art. 6 comma 4 del dlgs n. 193/2007. Sono inoltre stati rinvenuti 34 bufali senza marchio auricolare in violazione la Regolamento CE 1760/2000, sanzionato dal dlgs n. 58/2004. Tale sequestro si è reso necessario per la tutela e la salvaguardia della salute pubblica. Congiuntamente è stata sequestrata tutta l’area limitrofa all’allevamento di circa 900 metri quadrati adibita a discarica di rifiuti speciali, ai sensi dell’art. 256 comma 3 del dlgs 152/2006.

Un’altra nota azienda zootecnica sita in Cancello Arnone (Ce) è stata sanzionata per scorretto smaltimento dei reflui, come in una azienda bufalina, sempre a Cancello Arnone, è stato effettuato un sequestro preventivo di un’area di circa 1500 metri quadri in cui erano stoccati liquami zootecnici che tracimavano evidentemente nei campi adiacenti adibiti a coltivazione di cereali/ortaggi. Anche in questo caso è stato, l’allevamento è stato sottoposto a sequestro sanitario per la presenza di animali privi dell’obbligatorio marchio auricolare identificativo. 

“Nel ringraziare i Carabinieri, i Nas e i Noe che hanno operato in modo impeccabile, non posso fare a meno di evidenziare che, purtroppo, sono infinite le aziende zootecniche che violano una lunga lista di norme, causando inquinamento, maltrattamento animale e mettendo a rischio la salute dei cittadini” dichiara il portavoce Parlamentare Paolo Bernini che prosegue: ” E’ inaccettabile che queste aziende abbiano potuto operare per anni indisturbate, commettendo reati gravissimi. L’ allevamento bufalino, per altro, nasconde un atroce segreto che è quello del maltrattamento e dell’uccisione dei piccoli bufali maschi che sono inutilizzati nella filiera. In ragione delle circa 40.000 bufale regolarmente iscritte nell’anagrafe territoriale e munite di conseguente marchio auricolare, dovrebbero essere presenti anche circa 15.000 maschi di bufalo negli allevamenti. E’ quindi logico chiedersi che fine facciano regolarmente, ad ogni stagione di riproduzione, circa 15.000 piccoli bufali. Per questo ho presentato diverse interrogazioni in merito che attendono ancora di ricevere una risposta da parte dei Ministri competenti. E’ logico che se finanche il Governo adotta un comportamento omertoso e superficiale, congiuntamente all’assenza dello Stato sul territorio, si favoriscono comportamenti illegali e il fiorire di attività illecite, spesso gestite dalla malavita organizzata.”

Il responsabile della Lega del Cane Alfredo Riccio rileva che: “Riceviamo continuamente segnalazioni di carcasse i bufalini rinvenuti nelle zone limitrofe gli allevamenti, sono abbandonati agonizzanti presso i canali, se non abbandonati in strada. E’ un fenomeno di cui si conoscono tutti gli aspetti ma che si fa fatica ad eradicare. E’ necessario un concreto impegno a tutti i livelli istituzionali per impedire che la mozzarella di bufala, nota come prodotto dop, sia invece causa di inquinamento e tali maltrattamenti inaccettabili per un Paese civile.” Per contatti con la nostra redazione: [email protected]