Fiorentini (e non solo) tornano in piazza contro le carrozze

Firenze. Terza manifestazione contro i mezzi trainati dai cavalli, una tradizione ingiusta e crudele che solo qualche giorno fa ha ucciso un altro animale a Palermo

Un momento della manifestazione a Firenze

Un momento della manifestazione a Firenze

Firenze, 23 ottobre 2016 - A tre settimane dall'ultima morte, a Palermo, di un cavallo stramazzato al suolo per lo sforzo sotto gli occhi dei turisti che si facevano trasportare con la carrozza, cittadini e associazioni animaliste toscane scendono di nuovo in piazza domenica 23 ottobre, a Firenze per dire no allo sfruttamento dei cavalli da parte dei fiaccherai. L’invito è a partecipare e a firmare e diffondere la petizione con la quale si chiede al sindaco Nardella l'abolizione delle carrozze trainate dai cavalli, una richiesta sostenuta già da oltre tredicimila firme. Si può firmare online a questo indirizzo https://firmiamo.it/aiutiamoicavallidifirenze e  durante la manifestazione.

“E’ la terza mobilitazione che facciamo da luglio a oggi”, spiega Fabiana Russo D’Andrea. “Continueremo la raccolta firme già aperta online su firmiamo.it per chiedere al sindaco di Firenze l’abolizione delle carrozzelle. Distribuiremo volantini e cartoline da consegnare direttamente al primo cittadino, perché tantissimi fiorentini ormai non tollerano più questo sfruttamento". Alla manifestazione hanno aderito il Coordinamento delle associazioni animaliste della regione Toscana (CAART), LAV Firenze, LAV Prato,  LEAL Arezzo, LIDA Firenze, LIV Toscana, NALA, Nibbio Alato, Progetto Animali per la vita, Progetto Vivere Vegan, Restiamo Animali, Riscatto Animale e Animalisti genovesi.

"Il cavallo è un animale abituato alla libertà, agli spazi aperti, alla compagnia dei simili, a vivere in branco", prosegue Fabiana Russo D'Andrea, "e invece per l'arroganza dell'uomo viene costretto in un box per la maggior parte del giorno e della sua vita, incapace di socializzare, viene usato per trainare pesi, per portare carrozze per i turisti, per salirci in groppa e per fare da bus in mezzo al traffico assordante, sotto il sole cocente d’estate e a temperature rigide in inverno. Tutto questo non è normale, qualcuno potrebbe dire che è tradizionale, ma le tradizioni di sfruttamento e di schiavitù, di lucro su altri esseri che vengono sottomessi devono essere abolite ed  è ora di farci vedere e sentire con forza. Non vogliamo più che gli animali siano resi schiavi dall'uomo”. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]