Giovedì 18 Aprile 2024

Jakarta, in un anno mangiati 225.000 cani. "Basta con questo orrore"

Purtroppo, in Indonesia, migliaia di quattrozampe vengono uccisi per finire in tavola e cresce il commercio di creature destinate a divenire pietanze. Ma le giovani generazioni si stanno ribellando e organizzano manifestazioni di protesta

Un momento della manifestazione a Jakarta (Olycom)

Un momento della manifestazione a Jakarta (Olycom)

Roma, 13 dicembre 2015 - "Fermate gli abusi, fermate questo scempio". In un anno 225.000 cani sono stati uccisi in Indonesia per consumarne la carne. Un orrore che diventa sempre più diffuso mentre, in altre culture, va scemando l'abitudine di cucinare gli animali domestici e servirli come pietanze. Se qualche passo avanti, in questo senso, si sta faticosamente facendo in Cina grazie alle organizzazioni internazionali ma anche alle nuove generazioni che sempre più diventano consapevoli dei diritti degli animali, l'Indonesia sembra procedere in senso inverso.

Per questo motivo gli attivisti animalisti locali hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione e manifestato, nelle strade di Jakarta, contro ogni forma di abuso sugli animali. Hanno portato in braccio i loro quattrozampe o li hanno infilati nei marsupi e hanno gridato tutto il loro disdegno per pratiche che offrono un'immagine del Paese arretrata e crudele. Odiose pratiche ma anche allucinanti credenze contribuiscono a diffondere questo fenomeno negativo: ci sono persone, arretrate e ignoranti, che ritengono che nutrirsi di carne di cane possa ringiovanire il fisico e aumentare la potenza sessuale. Stupidaggini su cui si consuma un sacrificio di animali enorme e inutile. Per questo è tanto importante che, non solo attraverso le organizzazioni internazionali impegnate a modificare queste credenze, ci siano gli indonesiani stessi, i giovani nativi a mutare le cose,  a controbbattere alle follie con dati ragionati e scientifici. Persone disposte a urlare e a far sapere al mondo quello che, di tremendo, avviene nella loro terra. E tantopiù questo movimento di protesta dilagherà, tantomeno troveranno spazio e mercato i commercianti di animali destinati al consumo alimentare. Cani e gatti allevati a posta per finire in tavola.  Lorenzo Gallitto Per contatti con la nostra redazione: [email protected]