"Provava le armi sparando ai cani di proprietà dei clan rivali"

Tra i tanti orrori, anche violenza sugli animali, per alcuni degli arrestati dalla Dda di Milano

Setter in una foto di repertorio L.Gallitto

Setter in una foto di repertorio L.Gallitto

Vibo Valentia, 3 novembre 2014  - Avrebbero provato le armi del clan sparando contro i cani di proprietà dei rivali. Senza alcun rispetto della vita, come dimostra l'attitudine della loro esistenza. Lo rivela l'inchiesta "Quadrifoglio" della Dda di Milano che martedì scorso ha portato a 13 arresti fra le fila del clan Galati di Mileto (Vibo Valentia), infiltrato in Lombardia e che avrebbe allungato i tentacoli anche sugli appalti dell'Expo di Milano.

Fra le contestazioni mosse al vibonese A. D. 28 anni, di San Costantino Calabro, nel Vibonese, arrestato nell'operazione, vi è infatti anche quella di essersi procurato un pistola e di averla provata sparando ai cani. In un'occasione, il cane preso di mira a colpi di pistola sarebbe stato presumibilmente quello di proprietà di un altro vibonese legato ad un clan rivale. D. secondo l'accusa, sarebbe stato l'esecutore materiale delle azioni delittuose ordinate dal clan Galati di Mileto, cosca legata al più potente clan Mancuso di Limbadi.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]