Mercoledì 24 Aprile 2024

Bracconaggio, procedure di infrazione: la caccia riparte tra le polemiche

Ma una buona notizia c'è, sottolinea il Wwf: il divieto di richiami vivi. Per il resto, Italia sotto accusa in tutto il continente

Lepri uccise in una foto Olycom

Lepri uccise in una foto Olycom

Roma, 18 settembre 2015 - Domenica 20 settembre riapre la stagione venatoria, anche se in realtà i primi colpi sono stati sparati, grazie alla pessima pratica delle preaperture in molte Regioni, ricorda il WWF Italia.  La novità è la recente introduzione dell’articolo 21 della legge Europea, che proibisce la cattura di uccelli da utilizzare per i richiami vivi con i mezzi vietati dalla Direttiva Uccelli, tra cui reti, trappole e vischio, rendendo così impossibile la cattura di nuovi animali e avviando di fatto il superamento di questa pratica barbara. Ma non mancano criticità, come le procedure d’infrazione da parte dell’UE, la mancanza dei piani di gestione, i casi di bracconaggio, le concessioni scandalose di molte regioni al mondo venatorio. Dall’Europa continuano ad arrivare procedure di infrazione e condanne per il mancato rispetto della Direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici. E, se dal Governo arrivano timidi segnali di allineamento ai principi di conservazione e tutela  della biodiversità e della fauna selvatica, con una  decisione del Consiglio dei Ministri di chiusura anticipata dell’attività venatoria dal 20 gennaio alle tre specie migratrici tordo bottaccio, cesena e beccaccia (“atto dovuto” da parte del Governo per rispondere all’avvio di un’ennesima procedura di infrazione Europea), dalla maggioranza delle regioni italiane si registrano ancora troppe decisioni sulla caccia in violazione delle  norme  comunitarie. 

Una  procedura d’infrazione (la numero 2131/2006)  è tuttora aperta e perdura l’inottemperanza alla sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia Europea per la mancata applicazione, nei calendari venatori regionali, delle modifiche normative introdotte nella legge n. 157/92, in particolare circa il divieto di caccia durante i periodi della migrazione prenuziale, della nidificazione, della riproduzione e della dipendenza dei piccoli dai genitori. Si tratta di periodi particolarmente delicati  nel ciclo biologico degli animali selvatici  che,    soprattutto a causa dei cambiamenti climatici, hanno modificato in molti casi le abitudini riproduttive e migratorie, con il forte il rischio di avviare la stagione venatoria in piena migrazione degli uccelli.

Secondo la Commissione Europea ben “19 specie di uccelli in stato di conservazione non favorevole sono cacciate in Italia in assenza di piani di gestione /conservazione e che 9 specie di uccelli sono cacciate in Italia in fase di migrazione prenuziale (…)”. Sui calendari venatori e l’elenco di specie cacciabili, il WWF chiede al Governo di intervenire e mettere in atto quel potere sostitutivo straordinario in materia di attività venatoria  (previsto dall’ art. 8 comma 4, Legge 5.6.2003 n. 131), con cui il Governo può e deve prendere, al posto delle regioni, quelle decisioni  che le stesse   continuano  a non attuare, e che l’Europa ci chiede e  ci impone.   Come denunciato nei mesi scorsi dal dossier WWF “Natura connection”, nell’ambito della  campagna  internazionale “Stop ai crimini di natura (http://criminidinatura.wwf.it ), l’Italia è ancora terra di bracconaggio, legato ad assurde “tradizioni”. Nei giorni scorsi nel bresciano è stato denunciato un bracconiere privo di licenza di caccia che in casa aveva oltre duecento uccellini morti spennati nel freezer (tra cui balie nere e usignoli), oltre a richiami acustici vietati e 1.100 cartucce non denunciate.

Al CRAS (centro recupero animali selvatici) WWF di Valpredina (BG) sono arrivate nei giorni scorsi due poiane con ferite d'arma da fuoco: le radiografie hanno segnalato la presenza di pallini da caccia nella testa di un esemplare, e nell'ala destra del secondo. Molti i verbali e sequestri di armi e munizioni ai danni di bracconieri sono stati fatti in Campania dal Nucleo delle guardie WWF di Salerno nelle giornate di preapertura. Contro questa intensa attività criminale il WWF Italia schiera ogni anno circa 350 Guardie volontarie,  impegnate nel combattere questo fenomeno  e a vigilare sul rispetto della normativa venatoria, in stretta collaborazione le forze dell’ordine e le altre associazioni ambientaliste e animaliste (vedi scheda allegata): ma non basta.  

L’Associazione chiede a Governo e Parlamento  nuove sanzioni penali nella forma di  “delitti ” che prevedano pene, sia detentive sia pecuniarie, più severe e realmente adeguate alla gravità delle uccisioni  di animali selvatici rari e protetti, delle  loro  catture illegali e del  loro commercio illecito. Dopo l’inserimento dei “Delitti contro l’ambiente” nel codice penale, di portata storica, manca infatti una parte importante per la tutela della fauna selvatica. Il WWF chiede, inoltre  che le regioni si adeguino finalmente  alle  norme europee  ed internazionali sull’attività venatoria e la tutela della fauna selvatica, per arrivare almeno ad una vera “caccia sostenibile”.  

ALCUNI CASI EMBLEMTATICI  Lombardia - Anche quest'anno la Regione Lombardia permetterà l'uccisione giornaliera di 20 allodole per cacciatore, ignorando sia il parere Ispra che l'appello delle associazioni ambientaliste. La specie, di pochi grammi di peso, in pochi anni ha perso l'80% delle coppie nidificanti in regione mentre la popolazione europea è in continua e costante diminuzione, tanto da essere inserita nell’elenco delle specie europee in declino. Abruzzo - Il WWF denuncia il tentativo di rendere cacciabili cervo e capriolo attraverso le modifiche alla Legge regionale sulla gestione faunistico-venatoria degli ungulati (venendo incontro alle richieste delle associazioni venatorie). Il WWF ribadisce la richiesta ai consiglieri regionali di ritirare la modifica del Regolamento introdotta nello scorso agosto e di riavviare il confronto sulle strategie di gestione della fauna che non può essere affidata al mondo venatorio. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]