Mercoledì 24 Aprile 2024

Si apre la caccia, ossia la stagione delle "stragi legalizzate"

Lega nazionale per la difesa del cane riflette sugli "anticipi" divenuti prassi e sugli interessi politici ed economici che muovono il settore

Cacciatore in una foto Reuters

Cacciatore in una foto Reuters

Roma, 14 settembre 2015 - Caccia: anche quest’anno apertura anticipata in molte regioni nonostante le Direttive Comunitarie e il parere dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale. "Com’è ormai triste consuetudine, il 21 settembre si aprirà su tutto il territorio nazionale la stagione di caccia, uno scempio che vedrà come vittime designate almeno cento milioni di animali in un lasso temporale di poco più di quattro mesi", riporta una nota della Lega nazionale per la difesa del cane. "Ogni anno vengono cacciati legalmente in media oltre 17 milioni di uccelli più un'infinità di altri animali fra cui lepri, cervi, cinghiali, caprioli e daini, a opera degli oltre 750mila cacciatori presenti in Italia. Un numero costantemente in discesa, quello dei cacciatori, ma che rimane una potente lobby coesa nel rappresentare i propri interessi in sede politica e nell'ambito delle amministrazioni locali, comuni, province e regioni". "Un esempio lampante di questo è l’apertura della caccia anticipata al 1 settembre nella maggior parte delle regioni italiane, un provvedimento consentito dalla legge per motivi eccezionali ma che ormai è diventato una regola. Regola che, seppur in contrasto con le Direttive Comunitarie e i principi scientifici in merito alla tutela della fauna, viene regolarmente applicata anche contro il parere dell'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) pur di accontentare le richieste sempre più pressanti dei cacciatori", prosegue il comunicato di Lndc.

"Da sempre il mondo venatorio rappresenta un importante bacino elettorale al quale gli incaricati della gestione della “res publica” non rimangono per nulla indifferenti, con la conseguenza che una volta eletti dovranno accontentare le richieste di chi li ha votati. Per esempio anticipando l’apertura della stagione di caccia con pretesti come i presunti danni causati da animali cosiddetti nocivi quali le volpi, i daini, i caprioli e tanti altri, con il supporto di elementi non di rado gonfiati ad arte e in contrasto con le indicazioni dell'Ispra". In questo quadro decisamente poco incoraggiante, Lega Nazionale per la Difesa del Cane desidera rilevare che l'81% del bracconaggio in Italia è praticato principalmente da cacciatori con licenza di caccia (fonte Cabs). Con questi dati, il nostro paese si è guadagnato il poco lusinghiero secondo posto fra i paesi del mediterraneo per quanto riguarda il numero di uccelli uccisi (fonte BirdLife International).

LNDC condanna duramente e con preoccupazione queste stragi perpetrate a carico della fauna selvatica per un raccapricciante divertimento ma anche per interessi di natura economica rilevanti, che vedono coinvolte anche innumerevoli pubbliche amministrazioni prodighe in regalie alle lobby venatorie. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]