Enpa sulla Biodiversità: "L'Italia ha dichiarato guerra alla Natura"

La Protezione animali sottolinea come, oltre agli attacchi diretti, si manifesti la non volontà del governo di prendersi carico delle situazioni più gravi. Dal Piano per i lupi che ne prevede l'uccisione all'azzeramento dei controlli con i provvedimenti per Corpo Forestale e Polizia provinciale

Cacciatori con un cinghiale in una foto Reuters

Cacciatori con un cinghiale in una foto Reuters

Roma, 21 maggio 2016 – Davvero un “bollettino di guerra” per la biodiversità nel nostro Paese. E la notizia peggiore è che le istituzioni sembrano non voler ancora farsene carico. Mentre sono giustamente sotto i riflettori i biocidi in Africa e in Asia, con la strage di elefanti, ippopotami, grandi felini, le luci non si accendono sulla strage ininterrotta e silenziosa in atto ormai da troppo tempo nel nostro Paese e che diviene sempre più intollerabile perché si colloca in un territorio in cui gli spazi per gli habitat sono sempre più ristretti, inospitali, minacciati.

Ma questa è una strage che è anche strage di diritto: vittime la normativa italiana sulla tutela della fauna selvatica, le direttive europee “Uccelli” e “Habitat”, e un animale simbolo come il lupo, minacciato non solo dai bracconieri ma da un “piano di conservazione” che ne prevede l'uccisione. Eloquente esempio di questa guerra contro la natura sono le 19 specie di avifauna che si trovano per unanime riconoscimento scientifico in uno stato di conservazione negativo, a volte in totale declino, e che, ciononostante, entrano ancora come specie cacciabili nei carnieri decisi dalle Regioni con calendari venatori, in disprezzo della vita naturale, della scienza e del buonsenso. Basterebbe, per aggiudicare all'Italia una maglia nera, la perdurante resistenza regionale nel negare l'emanazione dei piani faunistico-venatori, che sono la condizione base per poter ammettere qualunque possibilità di caccia, nonché le resistenze alle necessarie restrizioni dei tempi delle stagioni venatorie secondo il dettato europeo.

In un quadro così gravemente compromesso - che affiora da questa articolata disamina dell'Enpa - appare ineludibile ribadire da un lato l'esigenza di interventi normativi a tutela della biodiversità, dall'altro la riaffermazione su tutto il territorio nazionale di quei controlli che oggi attraversano una fase delicata con la transizione del Corpo Forestale dello Stato e con lo scioglimento della Polizia Provinciale, in un Paese già duramente tanto colpito dal fenomeno del bracconaggio. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]