Giovedì 25 Aprile 2024

Tokyo minaccia: "A marzo riprende la caccia"

Le navi sono pronte a salpare per l'Antartico. La Corte federale d'Australia ha condannato la compagnia a cui appartengono le imbarcazioni a multe per un milione di dollari australiani

Balena in una foto Olycom

Balena in una foto Olycom

Roma, 28 novembre 2015 - Il Giappone non molla e ricomincia ad armarsi contro le balene. Entro la fine di marzo le navi riprenderanno la caccia nell'Antartico. Nel marzo 2014 la Corte internazionale di giustizia aveva stabilito che la caccia per presunti "scopi scientifici" praticata dal Paese asiatico dovesse avere fine, quindi Tokyo aveva cancellato le campagne della stagione 2014/2015. L'agenzia per la pesca giapponese, però, ora ha notificato alla Commissione internazionale per la caccia alle balene che riprenderà le attività nella stagione 2015/2016. Decisione foriera di non poche polemiche. Secondo il nuovo piano di Tokyo, il numero delle balene che saranno uccise per addotti "scopi scienfici" sarà ridotto di due terzi, arrivando così a 333. Secondo la Commissione, tale numero è scientificamente ragionevole. Il Giappone diede il via a quella che definisce caccia per "scopi scientifici" nel 1987, un anno dopo l'entrata in vigore della moratoria internazionale. 

Nel frattempo la compagnia cui appartengono le baleniere giapponesi attive nei mari antartici è stata condannata dalla Corte Federale d'Australia a multe per un totale di un milione di dollari australiani (650 mila euro) per aver violato un ordine della corte stessa di cessare la caccia alle balene in un'area al largo dell'Antartide, proclamata dall'Australia santuario dei grandi cetacei. La giudice Margaret Jagot ha stabilito che la Kyodo Senpaku Kaisha ha ripetutamente contravvenuto a un'ingiunzione del 2008 di cessare la caccia entro la zona economica esclusiva dell'Australia, che si estende per 200 miglia nautiche dal territorio antartico australiano. In particolare, ha dichiarato la giudice, la compagnia ha ucciso numerose balene nel corso di quattro separate campagne tra dicembre 2008 e marzo 2014, commettendo una violazione «deliberata, sistematica e sostenuta» dell'ingiunzione che era stata imposta secondo la Legge sulla Protezione Ambientale e la Conservazione della Biodiversità. Secondo il verdetto la Kyodo ha commesso oltraggio alla corte e le multe imposte riflettono «la grave natura delle violazioni» e la necessità di «denunciare la condotta della compagnia».

La caccia commerciale alle balene è proibita dal 1986, ma il Giappone ha continuato a ucciderle usando come scappatoia un'esenzione per ricerca scientifica. Tokyo non riconosce la sovranità dell'Australia sulle acque al largo dell'Antartide e ha continuato la caccia in ogni estate australe nonostante l'ingiunzione del 2008, finché la Corte Internazionale di Giustizia non ha stabilito lo scorso anno che la caccia non era veramente scientifica. L'azione presso la corte australiana era stata promossa dall'organizzazione animalista Humane Society International il cui direttore, Michael Kennedy, ha esortato il governo di Canberra di aumentare la pressione diplomatica su Tokyo perché metta fine alla caccia in maniera definitiva. Tentativo che, però, allo stato attuale appare del tutto fallito. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]