Mercoledì 24 Aprile 2024

L'aneurisma si può riparare

Le moderne endoprotesi consentono di eseguire l'intervento sull'arteria in anestesia locale. Rischio emorragia se la dilatazione dell'aorta addominale viene trascurata o aggredita tardivamente

Aorta addominale, al centro l'aneurisma, a destra la riparazione del tronco arterioso

Aorta addominale, al centro l'aneurisma, a destra la riparazione del tronco arterioso

Milano, 28 ottobre 2014 - La dilatazione di un tratto dell'aorta, una palla sotto pressione che rischia di deflagrare, come una bomba a orologeria: questo è l'aneurisma. La più grande arteria del nostro organismo parte dal cuore, attraversa il torace, l’addome, e distribuisce il sangue a tutti gli organi. Finalmente una tecnica mininvasiva in anestesia locale affronta e risolve l’aneurisma dell’aorta addominale, un'emergenza sempre ad alto rischio.

La novità è stata presentata in occasione del congresso della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, a Torino. Fino a vent'anni fa – spiega il professor Gioachino Coppi, direttore di Chirurgia Vascolare, Università di Modena e Reggio Emilia – l’unica opzione terapeutica proponibile al paziente con aneurisma era rappresentata dall’intervento chirurgico con innesto di un classico manicotto. La svolta è stata possibile grazie all’utilizzo di endoprotesi sempre più evolute che consentono di personalizzare l’intervento sulla base delle caratteristiche anatomiche e di estendere l’indicazione al trattamento anche a quei pazienti con elevati fattori di rischio. Davvero molta strada è stata fatta da quando, nei primi anni ’90, eseguimmo con successo i primi interventi senza aprire l’addome, ma praticando due piccole incisioni all’inguine. Con orgoglio possiamo dire che, oggi, l’Italia è all’avanguardia nella chirurgia endovascolare, come provano anche gli importanti risultati ottenuti dallo studio Innovation.

Si stima che al mondo ci siano 24 milioni di persone affette da dilatazione anomala dell’aorta. Se non curati, tutti gli aneurismi vanno incontro a rottura, con conseguenze imprevedibili. Benché l’esistenza dell’aneurisma sia nota dal 1500 avanti Cristo, essendo stata descritta per la prima volta nel papiro di Ebers, non vi è però una definizione uniforme. Alcuni autori considerano aneurismatica una dilatazione dell’aorta di dimensioni maggiori o uguali al doppio del diametro normale. Secondo altri, va definita tale una dilatazione della parete arteriosa che superi del 50% il normale diametro dell’arteria in quel punto. L’aneurisma dell’aorta addominale è una condizione relativamente comune. Poiché il più delle volte la patologia decorre in forma asintomatica, sia perché l’esame fisico è scarsamente sensibile a svelarne la presenza, sia perché, purtroppo, la sua ricerca sistematica nei soggetti a rischio è di frequente trascurata, spesso non si arriva a una diagnosi tempestiva. La patologia colpisce oltre 700.000 persone in Europa (84.000 in Italia) con circa 220.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno (27.000 nel nostro Paese). La sua incidenza è stimata tra il 4% e l’8% negli uomini e tra lo 0,5% e l’1% nelle donne con più di 60 anni. L’evoluzione naturale dell’aneurisma, con il progressivo aumento del suo diametro, ha come conseguenza un incremento del rischio di rottura. Maggiori sono le sue dimensioni e più rapida è la sua crescita, più elevata la probabilità di severe complicanze.

La rottura di un aneurisma del tratto addominale-iliaco o viscerale può avere esiti drammatici. L'esito dell'operazione dipende dai casi, bisogna vedere se l’intervento viene compiuto in condizioni di emergenza, con una emorragia in atto, o se si può programmare per tempo, prima del cedimento degli ultimi strati di rivestimento del condotto. Tra i fattori causali sui quali si può intervenire, il principale è il fumo di sigaretta, il consumo di tabacco aumenta di sei volte il rischio di sviluppare un aneurisma. Si calcola che il fumo da solo sia causa del 75% dei casi riscontrati. L’età avanzata, oltre i 65 anni, e la familiarità sono invece fattori di rischio non modificabili di cui bisogna tener conto, specialmente per i maschi. Uno studio eseguito su fratelli di pazienti con aneurisma, per esempio, ha svelato la presenza di una lesione dell'arteria nel 29% dei fratelli e nel 6% delle sorelle. Dati che suggeriscono che alla base della patologia ci possa essere una predisposizione genetica. Le moderne endoprotesi (Incraft System, Cordis Corporation) permettono riparazioni meno traumatiche, con ricostruzioni dei segmenti vascolari cucite su misura e perfettamente adattabili alla fisiologia cardiocircolatoria.

Enrico Fovanna