Gabrielli: "Siamo in piena emergenza. Previsioni sbagliate: ci sarà un'inchiesta"

Il capo della Protezione civile lo ha detto dopo un vertice in Prefettura a Genova col ministro della Difesa Roberta Pinotti, il governatore Claudio Burlando e il sindaco di Genova Marco Doria.

La zona del Ferreggiano alcune ore dopo l'alluvione che ha causato un morto (Ansa)

La zona del Ferreggiano alcune ore dopo l'alluvione che ha causato un morto (Ansa)

Genova, 11 ottobre 2014 - Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli in Prefettura a Genova, città messa a dura prova da tre giorni di pioggia battente che nella notte tra mercoledì e giovedì ha provocato l'esondazione di cinque tra rii e torrenti con ingenti danni e una vittima nella zona di Borgo Incrociati. Gabrielli ha partecipato a una riunione del Comitato coordinamento soccorsi convocato dal prefetto, Fiamma Spena. Al Comitato per il Coordinamento Soccorsi presieduto dal prefetto di Genova c'erano anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il governatore Claudio Burlando e il sindaco di Genova Marco Doria. Nella riunione si è discusso sia degli interventi posti in essere dopo l'alluvione che delle decisioni da assumere.

"In questo momento - ha aggiunto Gabrielli - c'è da rendere molto chiaro ai cittadini che siamo ancora in piena emergenza. Tutte le azioni della Protezione Civile sul territorio e, se richiesto, anche a livello nazionale devono essere finalizzate a gestire queste situazioni e rendere i cittadini edotti che siamo in una situazione di particolare criticità. In questo momento la gestione dell'attività è in mano alla Regione con la Prefettura di Genova. Ho sollecitato di attivare tutte le strutture ritenute necessarie. Non gradiamo - ha proseguito - che gente inviata qua e poi non impiegata e soprattutto non in condizioni di sicurezza perché in questo momento in cui non siamo ancora fuori dall'emergenza fare interventi in scantinati o in zone a rischio credo non convenga a nessuno. I danni si sono già verificati e non cambierà nulla se si interverrà tra uno o due giorni. E' prioritaria - ha concluso - salvaguardia vite umane". 

GABRIELLI: SIAMO IN PIENA EMERGENZA - "Siamo ancora in piena emergenza. Le previsioni per le prossime ore non sono assolutamente confortanti sia per la giornata di domani che per lunedì". Così il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in Prefettura a Genova, per fare il punto dopo l'alluvione che ha colpito la città. 

PREVISIONI SBAGLIATE, CI SARA' INCHIESTA - Qualcuno ha sbagliato? "Dal punto di vista delle previsioni sicuramente sì", spiega il capo della Protezione Civile in conferenza stampa. "Ci sono da fare pochi giri di parole. E' stata fatta una valutazione, ci sono stati eventi diversi. Ovviamente si è sbagliata la valutazione. Ma da qui a sostenere che queste persone le dobbiamo crocifiggere, ce ne corre. Se ci sono responsabilità saranno accertate. So che ci sono delle inchieste al riguardo". 

OPERE NON REALIZZATE IL PROBLEMA - "Alcune opere che potevano essere fatte non sono state realizzate e questo ha rappresentato un problema". Gabrielli fa un chiaro il riferimento agli interventi per la messa in sicurezza del Bisagno fermi per un ricorso al Tar di una ditta esclusa dai lavori. "I problemi della manutenzione del territorio devono essere prevalenti sulle previsioni". 

MANDATO IN GUERRA CON LE ASPIRINE   - Dura accusa del Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli alla politica: "Io sono il classico medico che è stato mandato al fronte di una guerra, in un Paese che è il Paese in cui, ad esempio, si sono fatte sanatorie per fare cassa. In questa guerra mi hanno dato una cassetta piena di aspirine", dice il Capo della Protezione Civile. E aggiunge: "Io credo di essere molto più sconfortato e molto più preoccupato proprio perché al contrario di molti altri sono costretto a vivere le innumerevoli emergenze che stanno attraversando il paese. Solo negli ultimi 2 anni sono stati dichiarati 21 stati emergenziali" con danni accertati per "2 miliardi e 300 milioni". 

BISAGNO, VICENDA SCANDALOSA - La vicenda dei fondi stanziati, 35 milioni, per il torrente Bisagno e non spesi per una girandola di ricorsi dopo l'assegnazione della gara è "scandalosa" e legata ai tempi della burocrazia pubblica. Tempi tali che se nel caso della rimozione della Costa 'Concordia' non fossero state applicate "regole privatistiche" ma "regole pubblicistiche", il relitto della nave "si sarebbe già inabissata nelle acque splendide del Giglio". Così il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli. Insomma, quella del Bisagno è "vicenda scandalosa" e "chiamiamola come è giusto che sia", dice Gabrielli, infatti anche se "le risorse ci sono, 35 mln in tre anni, il presidente Burlando ha ricevuto diffide da una parte e dall'altra". E allora, da ciò discende che "io ho sostenuto che il buon esito della vicenda 'Concordia' è stato il fatto che abbiamo proceduto con regole privatistiche- sostiene il capo della Protezione civile- perché se avessimo dovuto usare regole pubblicistiche, la 'Concordia' si sarebbe già inabissata nelle acque splendide del Giglio" Il problema "è che le opere pubbliche le fa la Regione e non la Carnival- aggiunge Gabrielli- la Regione è un ente pubblico ed è soggetto a quelle regole".