Vincere le allergie sui campi di calcio

Oggi e domani negli stadi la campagna informativa intitolata Allergy Day

L'emblema dell'Allergy Day, iniziativa che si tiene oggi e domani sui campi di calcio

L'emblema dell'Allergy Day, iniziativa che si tiene oggi e domani sui campi di calcio

Roma, 25 aprile 2015 - Calciatori, tifosi e specialisti uniti in occasione dell'Allergy Day, una iniziativa che Figc e Lega calcio hanno realizzato con la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC). Striscioni, spot, video e gadget promuoveranno oggi e domani, durante le partite di serie A, il connubio tra il mondo dello sport e la cura delle allergie, tra i testimonial Luca Toni dell'Hellas Verona e Sergio Pellissier del Chievo.

Uno studio su oltre duemila atleti ha mostrato che il 17% soffriva di rinite allergica primaverile, fra questi il 59% necessitava di terapia durante la stagione dei pollini. Gli atleti con rinite allergica primaverile avevano maggiori sintomi legati all’esercizio fisico e si trascuravano. In un altro studio effettuato su atleti partecipanti ai giochi olimpici di Sidney si è visto che la prevalenza di prove allergiche positive era del 33% e il 25% di tali atleti presentava sintomi fastidiosi quali lacrimazione, prurito, sternuti o secrezioni.

L’allergia non è un ostacolo per lo sport, ma gli atleti professionisti hanno qualche titubanza a curarsi. In realtà i farmaci non sono assimilabili a sostanze dopanti, afferma Gianenrico Senna, allergologo a Verona e vicepresidente SIAAIC, e non influiscono sulla prestazione. Un secondo messaggio riguarda le allergie alimentari: l’alimentazione è importante, ma laddove c’è una reazione occorre consultare lo specialista che identifichi i cibi responsabili delle sintomatologie e suggerisca le modalità razionali per escludere tali alimenti dalla dieta.

L’esercizio fisico regolare è uno dei modi più efficaci per mantenere uno stato di buona salute, dichiara la Prof Erminia Ridolo, docente di allergologia e immunologia clinica all’Università di Parma. Gran parte della popolazione svolge attività sportiva, tra cui molte persone affette da asma, e se questo disturbo è ben controllato non rappresenta un ostacolo alla performance. L’allenamento può migliorare la qualità della vita dell'asmatico, la resistenza all’attività fisica e la funzione polmonare, così come ridurre l’ipersensibilità delle vie aeree. Tuttavia l’esercizio fisico porta spesso a respirare a bocca aperta comportando così una maggiore esposizione ad allergeni e inquinanti atmosferici.

Alessandro Malpelo - QN Quotidiano Nazionale