Giovedì 18 Aprile 2024

Aiuti pubblici per i tedeschi

È UN MONDO capovolto quello del credito in Europa dove l’unica legge sembra essere quella del più forte. In Italia, per salvare quattro piccoli istituti di provincia, a un passo dal fallimento, sono state costrette a intervenire, senza neanche tanti ringraziamenti, tutte le altre banche e, a cascata, i loro azionisti. Un piccolo salasso. In Germania, invece, quasi negli stessi giorni, sono stati i governi federali a staccare un assegno di circa 3 miliardi per evitare alla Hsh NordBank di portare i libri in Tribunale, senza che nessuno battesse ciglio o urlasse contro gli aiuti di Stato. Tanto di cappello, ovviamente, alla Cancelliera Merkel, rigorosa all’estero e flessibile quando gioca in casa. Da una parte il pugno di ferro sui conti e sul rispetto dei parametri. Dall’altra, la grande generosità nel salvare i propri istituti utilizzando denaro pubblico. Bastano due numeri. Dal 2008 al 2012 la Germania ha stanziato qualcosa come 646 miliardi di euro per il salvataggio degli istituti di credito colpiti dalla grande crisi. Senza contare i 3,3 miliardi spesi per la nazionalizzazione di Commerzbank.

NELLO STESSO periodo di tempo, l’Italia ha messo a disposizione 130 miliardi con i Tremonti-bond utilizzandone poco più di 15. Una goccia. Eppure, quando il governo ha chiesto di salvare Banca Marche, Carife, Carichieti e Banca Etruria, finite ad un passo dal crac esattamente come la Hsh, si è visto letteralmente chiudere la porta da Bruxelles che ha vietato l’intervento pubblico minacciando di avviare una procedura per aiuti di Stato. È vero che dal 2016, con le nuove regole del cosidetto bail in (letteralmente salvataggio interno) l’intervento pubblico diventerà in Europa una sorta di ultima istanza: dovranno essere gli azionisti e, nei casi estremi, i correntisti più ricchi (oltre i centomila euro) a farsi carico degli eventuali problemi di bilancio evitando ai propri istituti di portare i libri in tribunale. Il risparmio è sacro, è un valore difeso dalla nostra Costituzione e tutelato anche a livello internazionale. Ma, proprio per questo, le regole dovrebbe essere uguali per tutti. Anche in Europa. Invece, la realtà, ancora una volta, ci racconta una storia fatta di due pesi e di due misure. E se la bilancia pende soprattutto a favore dei Paesi più’ ricchi l’ingiustizia è, se possibile, ancora più amara.

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