Aereo abbattuto: sciacalli in azione, depredati i cadaveri

E le milizie filorusse rimuovono i corpi. Kiev: "Così sabotano le indagini"

Fiori deposti sui rottami (Reuters)

Fiori deposti sui rottami (Reuters)

Kiev, 20 luglio 2014 - LE SCATOLE nere del volo della Malaysia Airlines abbattuto nell’Ucraina orientale sono sparite. Il governo di Kiev non ne sa nulla. Ora anche Alexander Borodai, primo ministro dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, contraddicendo le prime notizie date dai suoi uomini, dice che non sa se sono state trovate. A Grabovo, il luogo sul quale si sono abbattuti i frammenti del volo Mh 17, sono entrate in azione squadre organizzate di sciacalli che hanno rovistato nelle tasche delle vittime portando via denaro, gioielli e carte di credito. I 30 osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa arrivati a Grabovo lamentano di essere stati ostacolati dai separatisti filorussi. Secondo il portavoce Michael Bociurkiw il 18 luglio hanno potuto fermarsi sul posto dei relitti per soli 75 minuti e non hanno potuto ispezionare il sito per più di 200 metri. Ieri sono stati autorizzati a tornare, ma non hanno potuto esaminare i corpi delle 298 vittime. Trentotto salme, denuncia Kiev, sono state spostate in un obitorio di Donetsk nel quale anatomopatologi che parlavano con accento russo li hanno sottoposti ad autopsia. I ribelli confermano lo spostamento di soli 27 corpi. «Cadaveri di innocenti, nel caldo» tenta di giustificarsi Borodai. Il governo di Kiev sostiene di aver già recuperato 186 salme. 

IL PRIMO ministro olandese Mark Rutte ha riferito di aver avuto una telefonata «intensa» con il presidente russo Vladimir Putin nella quale gli ha chiesto di «mostrare al mondo» che intende «aiutare» le indagini. I suoi cittadini che hanno perso la vita sono 192. Anche Londra giudica la collaborazione russa «insufficiente». Il numero uno del Cremlino avrebbe concordato con la cancelliera tedesca Angela Merkel sulla necessità di un’inchiesta internazionale indipendente sotto la guida dell’Organizzazione civile internazionale (Oaci). A Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato che chiederà alla comunità internazionale di inserire i secessionisti di Dontesk e i Lugansk nella lista delle «organizzazioni terroristiche». Secondo il premier di Kiev Arseni Iatseniuk chi ha lanciato il missile fatale «era ben addestrato» e non «certo un terrorista russo ubriaco». Vitaly Nayda, capo del controspionaggio di Kiev, aggiunge una certezza: «La squadra che ha manovrato il sistema era russa ed era venuta dal territorio russo». «I terroristi — ha rincarato — avevano almeno tre sistemi Buk-M 1 nel momento dell’attacco e tutti sono stati riportati nel territorio di Mosca nelle prime ore del 18 luglio». Secondo il Times invece la squadra aveva solo un radar su due. Mancava quello necessario per riconoscere il tipo di aereo finito nel mirino.